&            cinemateatroNuovo

           Sala della Comunità – Magenta

                         presentano

la Compagnia Teatrale

 

Giovani Decanato di Magenta

 

in

 

“Niente le cose per metà”

Spettacolo musicale per Gianna Beretta Molla

 

 

Dieci anni fa, in occasione della beatificazione di Gianna Beretta Molla, la compagnia teatrale Giovani Decanato di Magenta presentò “Niente le cose per metà”, uno spettacolo musicale sulla figura della (allora) Beata che venne rappresentato a partire dal maggio 1994 durante tutta la stagione successiva, per un totale di un trentina di repliche e circa ottomila spettatori.

Dopo la proclamazione - avvenuta il 16 maggio 2004 - che Gianna Beretta Molla, madre di famiglia, è santa, la stessa compagnia ha ripreso lo spettacolo in una versione rinnovata. Il nuovo allestimento ha debuttato il 6 giugno 2004 al Palazzo dello Sport di Treviglio, in occasione di un incontro diocesano dell’Azione Cattolica ambrosiana alla presenza di un migliaio di persone, e da allora è “andato in scena” già diverse volte.

 

Altre rappresentazioni sono possibili per tutti coloro (teatri, sale della comunità, parrocchie …) che volessero proporre uno spettacolo teatrale ricco di contenuti e valori cristiani o utilizzare il linguaggio teatrale per far conoscere la figura di santa Gianna alle donne e agli uomini del nostro tempo.

Chi volesse contattare la Compagnia per eventuali repliche dello spettacolo, può farlo telefonando al numero 02.97291337 o inviando un’e.mail a info@teatronuovo.com

 

 

Lo spettacolo e la sua evoluzione

 

“Niente le cose per metà” nasce nel 1994, in concomitanza con la beatificazione di Gianna Beretta Molla. È uno spettacolo musicale (un Musical, se la parola non appare troppo pretenziosa) scritto e diretto da Alberto Baroni, Mauro Colombo e Luigi Galli con le musiche originali di Remigio Lacava  e Walter Bassani. Verrà visto, lungo le ventotto repliche della tournèè, da oltre ottomila spettatori.

Dieci anni dopo, in occasione della canonizzazione della “madre di famiglia” magentina, lo spetta-colo viene ripreso in un’edizione rinnovata in cui la Compagnia ha fatto tesoro di dieci anni di esperienza e di crescita.

Rispetto all’edizione del ‘94 sono rimaste inalterate le musiche di Bassani & Lacava e alcuni interpreti: Gianna è sempre impersonata da Anna Belletta, così come rimangono nel cast Luigi Galli, nella parte del fratello Ferdinando, Massimo Colombini e Giovanni Bianchi a interpretare Pietro Molla, marito di Gianna, in diversi momenti della vita.

Altri attori sono invece totalmente nuovi, così che si è cercata una maggior aderenza tra l’età degli interpreti e quella dei loro personaggi. Tra i “nuovi” interpreti meritano di essere ricordate le “giovani leve” Elisa Baghin, Veronica Puricelli, Beatrice Saveri, Nicoletta Saveri e Chiara Versetti.

Nuove sono anche le coreografie, curate da Gabriella Valenti.con l’ausilio di Paola Ranzini, e le voci soliste di Elena Garavaglia, Marta Garavaglia e Chiara Versetti.

Il lavoro di rivisitazione e riproposizione dello spettacolo si è anche arricchito, nel frattempo, della pubblicazione di una biografia di santa Gianna curata da uno degli autori dello spettacolo: l’AVE, casa editrice dell’Azione Cattolica Italiana, ha infatti pubblicato nei mesi scorsi il volume “Gianna Beretta Molla – la santa innamorata”, di Mauro Colombo.

 

 

Gianna Beretta Molla e “Niente le cose per metà”

 

Lo spettacolo si fonda su una convinzione: che Gianna Beretta Molla è Santa per come ha vissuto, prima che per come è morta. È la sua vita, non la sua morte, ad essere esemplare; e se la sua drammatica scomparsa è esemplare anch’essa, lo è anzitutto perché dice una coerenza che non si ferma dinanzi a nessun ostacolo, nemmeno a quello della rinuncia alla propria vita..

L’esistenza di Gianna Beretta Molla è stata, per trentanove anni, assolutamente normale, senza nulla di straordinario. Ma Gianna ha saputo vivere questa sua normalità – ovvero il suo essere giovane studentessa, impegnata in oratorio e nell’Azione Cattolica, nel volontariato e nella San Vincenzo, poi fidanzata, quindi medico, infine sposa e madre di famiglia – in assoluta fedeltà al Vangelo e in perfetta coerenza con la sua fede cristiana. Per questo si è scelto come titolo dello spettacolo, a mo’ di slogan, una frase tratta dagli appunti giovanili di Gianna, forse un poco sgrammaticata ma che ben comunica la coerenza che ha contraddistinto l’intera sua vita: “Niente le cose per metà”.

Per questo all’inizio dello spettacolo viene mostrata una frase di San Giovanni Bosco, che Gianna con la sua vita ha pienamente realizzato: “L’importante non è fare cose straordinarie, ma fare le cose normali straordinariamente bene”.

Lo spettacolo, inoltre, vorrebbe essere allegro e attuale, nella convinzione che l’intera esistenza di Gianna sia leggibile nelle categorie della contemporaneità e della gioia.

Le condizioni socio-economiche in cui Gianna ha vissuto, indubbiamente brillanti, hanno fatto sì che si trovasse in situazioni forse inusuali per le sue contemporanee, ma estremamente comuni  e diffuse oggi: è stata studentessa universitaria prima e professionista poi, si è divertita con lo sci e l’escursionismo, ha amato il ballo e il teatro, proprio come accade comunemente alle donne di oggi. La sua canonizzazione indica che dentro tutte queste attività, tipiche del nostro tempo, è possibile intraprendere un cammino di santità, che si può “diventare santi” anche oggi, non solo nonostante ma anche grazie alle caratteristiche della nostra epoca.

Come detto, lo spettacolo è un musical; uno spettacolo allegro, dunque, anche se non mancano i passaggi commoventi. Questa allegria di fondo non stupisca: quella di Gianna, pur con la drammatica conclusione che tutti conoscono, è stata una vita felice, ricca di gioia e di soddisfazione. Anche la dimensione del sacrificio, pure presente nella sua spiritualità e poi concretamente sperimentata, è stata vissuta nell’alveo della serenità e dentro una vita condotta alla ricerca della felicità e della gioia.

Essere santi, vivere la fedeltà al Signore Gesù, è la vita più felice che possa essere vissuta, è esistenza di gioia, è tripudio di contentezza, non rinuncia e sacrificio…

 

 

La Compagnia

 

L’idea originaria è del 1986: riunire in una compagnia teatrale i ragazzi e i giovani che “facevano teatro” nei vari oratori e parrocchie del decanato di Magenta. Nasce così il primo allestimento (una versione del celeberrimo Jesus Christ Superstar), a cui molti altri fanno seguito: "West Side Story", "A te vorrei dire", "OK cominciamo", "Pinocchio", "Peter Pan", "Forza venite gente".

Nel frattempo, con l'inaugurazione del cinemateatroNuovo di Magenta, la compagnia trova una "casa" per i propri spettacoli.

Nel 1994 viene portato sulle scene la versione originale di "Niente le cose per metà”, nel 1995 è la volta di "Shakesperiamo che tutto vada bene", una commedia dialettale di Luigi Galli, nel 1997, per festeggiare i suoi dieci anni di vita, "Pout pourry - Praticamente un Medley".

Nel 1998 debutta "Sogno di una notte di mezza estate", di William Shakespeare, in una versione originale (traduzione, adattamento e regia di Alberto Baroni & Mauro Colombo & Luigi Galli) con le musiche di "Rocky Horror Picture Show". È il tentativo inusuale di rappresentare un capolavoro del teatro di tutti i tempi in una versione musical, aggiungendo alla poesia del Bardo il ritmo della musica e delle coreografie di un autentico cult-movie.

La Compagnia torna alla commedia dialettale (sempre grazie a un testo di Galli) nel 2000 con “El Filippin”.

In diverse occasioni viene invitata a proporre delle "riflessioni teatrali" in vari appuntamenti diocesani dell'Azione Cattolica e della Pastorale Giovanile della Diocesi milanese e ha vinto numerosi premi in diverse edizioni del "Concorso teatro FOM".

Nel 2001, dall’esperienza di cinemateatroNuovo e della Compagnia viene fondata l’associazione culturale Ariel, il cui nome richiama quello dello “spiritello dell’aria” protagonista de «La tempesta» di William Shakespeare ma, al tempo stesso, è anche l’acronimo di Approfondimento, Ricerca, Innovazione, Educazione ai/dei Linguaggi. Ariel è dunque un’associazione culturale che promuove incontri di educazione alla lettura per bambini e ragazzi, realizza fascicoli di approfondimento in rassegne cinematografiche, promuove corsi e incontri di approfondimento del linguaggio cinematografico per le scuole, organizza una ricca stagione di teatro per ragazzi e rassegne cinematografiche.

In particolare, a partire dal marzo 2003, Ariel propone “Giallo Moro”, una narrazione teatrale sul rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, andato in scena sinora sedici volte per un totale di circa tremila spettatori; lo spettacolo sta tuttora continuando il suo ciclo di rappresentazioni.

In questo momento, la compagnia sta anche lavorando alla preparazione di un intervento teatrale sulla figura e la vita di Vittorio Bachelet nel venticinquesimo della morte, accogliendo un invito dell’Azione Cattolica Italiana; il nuovo spettacolo potrebbe debuttare il prossimo 23 aprile a Roma, in occasione dell’assemblea nazionale dell’ACI.

 

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